Progetto Cavelab. Ragni e insetti di grotta come sentinelle dei cambiamenti climatici

By Francesco Tomasinelli

Non siamo abituati a considerare i piccoli insetti e ragni specializzati che vivono nelle grotte come animali degni di nota. Ma negli ultimi anni si è scoperto che questi organismi possono darci preziose indicazioni per meglio comprendere gli effetti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi.
Le grotte italiane dell’arco alpino occidentale, ed in particolare alcune specie di ragni che vi abitano, sono state protagoniste del progetto di ricerca scientifica italiano“CAVELAB”, guidato da Marco Isaia e finanziato dalla Compagnia di San Paolo e dall’Università di Torino, incentrato sugli effetti dell’aumento della temperatura sugli ecosistemi. Perché proprio le grotte? Il mondo sotterraneo è un modello ideale per studiare il riscaldamento globale perché qui temperatura e umidità rimangono stabili tutto l’anno, con variazioni molto ridotte. Le catene alimentari e i rapporti tra le diverse specie, inoltre, sono molto più semplici che nei complessi ecosistemi “di superficie”. Per questo le grotte si prestano bene ad elaborazioni statistiche, e diventano un piccolo “mondo” in cui testare nuove teorie e ipotesi scientifiche.
Sulla base della relazione individuata dai team ricerca tra il clima e alcune specie di ragni che vivono esclusivamente nelle profondità delle grotte piemontesi, sono stati sviluppati modelli statistici che stimano l’evoluzione di queste specie nel tempo, dall’epoca delle glaciazioni fino ai giorni nostri e nel prossimo futuro. Questi invertebrati, infatti, che mostrano forti adattamenti all’ambiente sotterraneo, sono soggetti ideali per la scarsa capacità di dispersione (non escono dalle grotte) e per la sensibilità alle variazioni di temperatura. Basta infatti un aumento di un grado della temperatura media dei luoghi dove vivono per determinare spostamenti ed estinzioni locali. Così i ragni diventano pratici indicatori per valutare la risposta di un ecosistema ai cambiamenti climatici.

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